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TEMPIO DI GIOVE Questo tempio greco (VI - V sec. a.C.) fu eretto sul punto più alto dell'acropoli e dedicato a Demetra, divinità molto venerata dai cumani, ed erroneamente attribuito a Giove, ma con molta probabilità, alla luce di recenti riscontri, il tempio era dedicato ad Apollo, confermando così il racconto del mito di Dedalo tramandato da Virgilio nell'Eneide. Egli in fuga dal labirinto del Minotauro a Cnosso insieme ad Icaro, che come è noto ebbe sorte diversa avvicinandosi troppo al sole, al termine del volo da Creta in Occidente fondò, sul punto più alto della città di Cuma, un tempio dedicato ad Apollo, dove consacrò le ali di cera che lo avevano condotto fin lì mettendolo in salvo ed incise sulle porte di bronzo del tempio la sua storia. Con l'avvento del cristianesimo fu trasformato in basilica cristiana, dedicata a San Massimo martire, della quale sono rimaste numerose tracce e l’originale fonte battesimale di forma circolare rivestito di marmi policromi, dotata di tre gradini interni per poter permettere il battesimo per immersione totale, secondo il rito dei primi secoli della dottrina cristiana. La basilica, che conservava le reliquie di San Massimo e di Santa Giuliana, nel medioevo divenne uno dei luoghi di culto più importanti della diocesi di Pozzuoli, fino a quando la città non fu distrutta e abbandonata. Gli scavi eseguiti al di sotto della pavimentazione dell'aula hanno consentito di individuare alcune tombe probabilmente destinate a personalità di rilievo in ambito ecclesiale. Il basamento in tufo è l'unico elemento rimasto del tempio greco, che misura trentanove metri di lunghezza e ventiquattro di larghezza, sul quale sono state edificate le successive trasformazioni.
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