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VULCANO SOLFATARA Questo è il vulcano più noto dei Campi Flegrei ancora attivo. Conserva da almeno 2.000 anni fenomeni che possiamo osservare, sprigionando esalazioni sulfuree dalle numerose fumarole e getti di fango bollente. L’ultima attività subaerea nota è avvenuta nel 1538 ma l’origine del cratere e legata alla formazione avvenuta già a partire dal pleistocene del sistema vulcanico policraterico (i 40 vulcani che costituiscono i Campi Flegrei) generato dalla depressione tettonica della Piana Campana. E’ riconoscibile la struttura a forma di cono dell’edificio vulcanico nonostante il cedimento di alcune porzioni di parete dovuti ad assestamenti tettonici successivi alla fase vulcanica più attiva. Essa, verosimilmente, ancora nella sua fase quieta funge da valvola per la fuoriuscita dei gas sotterranei generati dalla presenza del magma ad una quota relativamente vicina alla superficie della caldera. Già noto in epoca romana è citato da Strabone nello ”Strabonis geographica” come Forum Vulcani attribuendogli destinazioni legate al mito, nonché da Plinio il Vecchio, attento osservatore dei fenomeni geologici affascinato dalla particolare consistenza dell’acqua affiorante nel vulcano. Acqua biancastra che una volta evaporata lascia un deposito di polvere bianca utilizzata come base per la formazione di stucchi. Questa peculiarità e la presenza nel cratere di altri minerali (pietra trachite, zolfo, calcio, magnesio,…), hanno favorito l’attività estrattiva a partire dall’epoca romana, per tutto il medioevo, fino alla metà del ‘600. Progressivamente questa attività andò diminuendo, per concludersi definitivamente negli anni ‘50. L’attività della Solfatara è oggi costantemente monitorata, in quanto ogni accentuazione dei fenomeni tipici del cratere fornisce dati utili per controllare l’evolversi del bradisismo. Parte della spianata del cratere è oggi recintata, infatti, nel 1984, in una fase di veloce attività bradisismica si generò una lunga frattura che rimase aperta per molti mesi. Interessanti risultano la grande fumarola della “bocca grande”, il pozzo di acqua minerale profondo circa 10 m. a seconda delle precipitazioni e dell’andamento del bradisismo dal quale è possibile attingere acqua dalla temperatura elevata dal sapore aspro per i numerosi minerali in essa sciolti. Inoltre, la fangaia generata dall’acqua piovana che si accumula in depressioni naturali mescolandosi a materiale argilloso, che alle alte temperature ribolle ed il fango raccolto è da sempre utilizzato a scopi curativi, e le due stufe costruite nell’800 rivestendo di pietre e mattoni due grotte naturali che si differenziano per le diverse temperature interne chiamate l’una del Purgatorio e l’altra dell’Inferno, testimonianza di epoche in cui si praticò anche l’attività termale, infatti, esse oggi non sono più praticabili. Aperto tutti i giorni dalle 8.30 alle 19.00. Tel. 081/ 5262341.
VIDEO - IL RESPIRO DEL VULCANO SOLFATARA
CAMPI FLEGREI - VISITE GUIDATE
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