STUFE DI NERONE
In epoca romana erano note come le Terme Silvane dedicate a Rea Silvia (madre di Romolo e Remo). Il Sudatorio di Tritoli detto Stufe di Nerone aveva l'accesso dalla strada che conduce a Baia ed era costituito da stanze rettangolari con letti ricavati nel tufo. In questi ambienti veniva convogliato il vapore caldo tramite cunicoli generato da una sorgente termale molto attiva.
All'interno delle attuali stufe è visibile un pezzo di esedra in opera cementizia, con resti di intonaco databile intorno al II secolo, questo reperto, e ciò che rimane di un ninfeo, orientato verso il lago Lucrino e appartenente all’esteso complesso che occupava quasi tutta la collina e al medesimo edificio appartiene un lungo cunicolo semicircolare, a cui si accede dalla sauna posta in basso dell'esedra.
Questa area fu utilizzata ancora nel Medioevo e fino al XVIII secolo grazie alla costante presenza di sorgenti termominerali. Queste Stufe sono citate da Vitruvio e Celso. A poca distanza da queste, ai piedi della collina, sorgeva il Balneum Silvianae e coincide, benché ristrutturato con le Terme Stufe di Nerone. Sono riconoscibili strutture medievali rinvenute anni fa, ubicate inferiormente a quelle romane.
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